Games and the City

Vita a Los Angeles, videogiochi e tante altre cose che non c'entrano niente

31 maggio 2007

Tomonobbbu!!!


Di ritorno (stra-ubriachi) da una serata a Japantown che aveva lo scopo di riunire lo staff di GameSpy e quello di Tecmo, eccezioni permettendo (me e Karen di 1UP, nello specifico). La cosa è partita già col piede sbagliato, visto che si è tenuta al Club Mari di Japantown, un hostess club sul genere di quelli giapponesi. In pratica funziona così: sei un uomo coi soldi, vai lì, ti becchi una ragazza giapponese che ti versa da bere, ti accende le sigarette e se paghi bene ti dà pure l'happy ending. Se sei una donna poco da fare, sei una rogna che ruba soldi alle oneste lavoratrici del club e nemmeno ti versano da bere. Insomma, è stata forse la prima volta nella mia vita in cui mi sono sentita veramente diversa da tutti gli altri: ero l'unica occidentale di sesso femminile in tutto il locale, visto che perfino Karen è di origine taiwanese e si è messa a parlare in mandarino con una delle false giapponesi che lavorano lì. Non che non ci siano anche giapponesi autentiche, ma ti trattano se possibile ancora peggio. Tomonobu Itagaki (designer, per chi non lo sapesse, di serie di videogiochi come Dead or Alive e Ninja Gaiden) era lì con noi a bersi i suoi drink e a conversare amabilmente con le vere giapponesi, senza però richiedere nessun happy ending. Ha supportato amabilmente il presidente giapponese di Tecmo alle prese col karaoke senza lamentarsi delle sue discutibili scelte rock, si è bevuto i suoi drink e si è altrettanto amabilmente offerto alle telecamere, contraddicendo la sua fama di sviluppatore polemico e insopportabile. Insomma, quasi l'ospite perfetto per la serata più strana della stagione. C'entrerà qualcosa il fatto che prima di andare a Japantown ci eravamo sparati un enorme piatto di rigatoni alla carbonara che ci ha dato le visioni?

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27 maggio 2007

Datemi Rio de Janeiro


Altro che maglioni di lana, qui siamo passati direttamente ai cappotti. Credo di aver capito come funziona San Francisco: siamo in ritardo di tre mesi sul tempo atmosferico del resto dell'emisfero settentrionale. Ora abbiamo il tempo che farebbe normalmente a febbraio, a febbraio avevamo il tempo di novembre e a ottobre/novembre era piena estate. Cosa avrà di storto la Bay Area? Decisamente non invidio i poveracci che stamattina hanno partecipato alla sfilata del Carnevale sudamericano (giusto per ribadire che San Francisco funziona al contrario, qui il Carnevale è alla fine di maggio), soprattutto il re e la regina che erano praticamente nudi, a parte piume, glitter e qualche sparuto pezzetto di stoffa. La sfilata ha attraversato tutto Mission, il quartiere latino, e 'sta povera coppia di figoni abbronzatissimi ha dovuto sorridere e sfidare vento e pelle d'oca antiestetica, mentre io ero vestita come per una missione in Antartide. Parlando d'altro, devo almeno in parte rivalutare la televisione americana: ieri sera a cena con il vecchio Phil ci è capitato di guardare Austin City Limits, un programma di musica live, e per poco non cadevo dal divano... The Flaming Lips e The Shins nella stessa puntata, non ci potevo credere! Gli Shins statuari come sempre, non un sorriso, non una parola al pubblico, pare che si vergognano anche di esistere, ma che si esibiscono a fare live? Al confronto i Flaming Lips erano Disneyland, hanno fatto così tanto casino con palloncini, costumi da coniglio e sangue finto che perfino Sterling si è convertito alla causa e vuole andare al loro prossimo concerto. Per concludere con una nota retrò, dopo Austin City Limits abbiamo beccato la replica di una vecchia puntata di Soul Train del 1979. Gloria Gaynor cantava live "I Will Survive" e schiere di ballerini con enormi pettinature afro si esibivano in passi di danza che non vedevo dai tempi di John Travolta. Per la serie: quando gli Stati Uniti erano ancora simpatici al resto del mondo...

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22 maggio 2007

Bay to Breakers!







Dovrebbe essere una maratona di 7 miglia attraverso San Francisco, ma diciamocelo: è un pretesto per mascherarsi (o disabbigliarsi) e portarsi dietro cani, passeggini con bambini, costumi ingombranti e quantità industriali di birra. La cosa è così sentita che tutti i pub della città servono birra gratis... Fantasilandia! Per carità, ci sono anche i corridori seri, ma a chi interessano? Per noi è stato un buon motivo per uscire in una bellissima giornata, fare tante foto e camminare per quasi quattro chilometri attraverso il Golden Gate Park. Incredibilmente, eravamo le uniche persone sobrie tra migliaia: d'altronde le foto si commentano da sole...

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19 maggio 2007

Home colo(u)red home


Anche Sony ogni tanto fa qualcosa di buono: ringraziamo sentitamente il capo delle PR di SCEA per averci fatto sapere della sua garage sale e averci permesso di portare a casa questa bella lampadona a prezzo irrisorio. L'appartamento comincia finalmente a somigliare sempre più a un appartamento e sempre meno a un magazzino, grazie anche ai miei recenti sforzi da pittrice in soggiorno. Era troppo bianco per i miei gusti, ora invece ha una fantastica parete bordò e mio padre rabbrividisce all'idea dalla lontana Salerno. Il prossimo passo ora è comprare una enorme libreria a cui la parete bordò farà da sfondo. Io sono tutta contenta per i miglioramenti arredatori, Sterling invece si esalta per cose di cui a me non potrebbe fregare di meno, del tipo: "Ottimo, compriamo la libreria così ci sistemo sopra la quarta cassa e il Dolby Surround è finalmente come lo voglio io. Poi appena possibile compriamo il proiettore home theatre per la camera da letto". Voglio dire, sarà sicuramente bellissimo vedere i film su uno schermo gigante dal letto, ma non dovremmo prima pensare a cose più serie come un divano nuovo, una scrivania per la camera da letto e una lampada a forma di fior di loto di Chinatown? Ok, forse la lampada cinese non è così necessaria... Però sticazzi, mi sa che vado a comprarmela col primo assegno della scuola. Nel frattempo ci godiamo un sabato rilassante, deturpato solo da quella schifezza di "28 weeks later": ovvero come trasformare un buon film britannico in una cazzatona americana con esplosioni, armi da fuoco e scene sborone come l'elicottero che taglia la testa degli zombie al volo ma poi si rifiuta di caricare a bordo i due bambini. Dopo Spiderman 3 con Peter Parker versione emocore, è possibilmente uno dei film peggiori che abbiamo visto negli ultimi mesi e mi sento moralmente defraudata nel regalare i miei soldi al cinema americano in questo modo...

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14 maggio 2007

No man is an island


Come previsto, il caldo estivo ha lasciato di nuovo il posto a un tempo infame che varia dal sereno al decisamente nuvolo all'orribilmente ventilato. Difficile, se non impossibile, capire i misteri climatici della Bay Area, fatto sta che si è tornati al maglione di lana. Perfino la pacifica vista dalla camera da letto si trasforma di tanto in tanto in un ammasso di nebbia che per fortuna sparisce puntuale a mezzogiorno. Cinicamente mi viene da pensare che sia meglio così, visto che questa settimana sono tumulata in casa con una camionata di lavoro. Il brivido della freelancer: o vai in giro tutti i giorni come una disoccupata o non trovi nemmeno il tempo di fare un salto al negozio biologico sotto casa e comprare una scorta decente di viveri. La settimana scorsa abbiamo avuto gli eventi EA, Sega e Halo 3 tutti insieme e ora c'è da contattare i PR e ovviamente scrivere. Non sono esaltata dalle novità, comunque: tutti si stanno tenendo gli annunci migliori per l'E3 e intanto presentano incredibili schifezze come se fossero i titoli più rivoluzionari del pianeta. Per fortuna che a risollevare le cose arriva il fronte degli amici italiani: uno di loro ha già un pacco in arrivo per me, che mi permetterà di scrivere un paio di begli articoli import per GameSpy, l'altro mi ha proposto una collaborazione che è esattamente quello che volevo da mesi. Come diceva qualcuno, "Good things come to those who wait". Poco importa che quel qualcuno fosse Jon Bon Jovi...

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08 maggio 2007

Summer of Love


In questi giorni fa così caldo, ma così caldo che dormiamo con le finestre aperte, un lusso che a San Francisco capita una volta all'anno. Ecco, ce la siamo giocata e verosimilmente tra pochi giorni tornerà il venticello gelido bastardo che non avevi previsto, perchè il sole inganna, e che invece ti aspetta al varco appena esci senza giacca. Per il momento, però, festeggiamo allegramente al caldo il quarantesimo anniversario della Summer of Love, che si svolse proprio qui dietro l'angolo, tra Haight-Ashbury e il Golden Gate Park. Gli echi hippie sono ancora vivi in Haight Street e -purtroppo- tra le ragazze locali, che si considerano spiriti troppo liberi per radersi le gambe o accostare in maniera decente due colori. Approfittando del bel tempo oggi sono andata a fare un pic-nic con i miei amici Miguel e Emi al Dolores Park. Mission Dolores è il quartiere sud-americano di San Francisco, un concentrato di latinità che varia dalle taquerie sporche e chiassose alle chiese bianche in stile coloniale su viali fiancheggiati da palme. Il Dolores Park offre campi da tennis, una bella vista delle colline e soprattutto tanto prato su cui stendersi a prendere il sole, cosa che ho fatto procurandomi un'ustione sul braccio destro mentre il sinistro è rimasto perfettamente bianco. Spero di stare meglio domani, altrimenti il mio braccio farà completo con la maglietta della Roma... Partita innominabile per scaramanzia e per giunta ci tocca vederla in un covo di laziali e poi correre all'evento stampa di EA. Non diciamo niente, và...

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06 maggio 2007

Milano a San Fracisco


Lungi da me paragonare il sole californiano al nebbione lumbard, ma anche a San Francisco c'è un pezzetto di Milano (in uno dei suoi aspetti più dignitosi, direi) sotto forma di tram arancioni che vanno da Castro ai Wharf in diversi momenti della giornata. Il comune ha comprato e rimesso a nuovo le vetture storiche di diverse città, perciò sulla linea F si alternano i tram verdi di Baltimore, quelli rossi fiammanti di L.A., quelli bombati di Philadelphia e Cincinnati e ovviamente i nostri amici milanesi, che fanno la loro porca figura con tanto di panche di legno lucidato e vecchie pubblicità dell'olio Cuore. Ci sono anche i cartelli originali "non sputare", che per fortuna gli americani non capiscono altrimenti penserebbero che siamo un popolo primitivo. Questi fanno tutti parte del gruppo degli "street car", ovvero vetture su rotaia, mentre i tram veri e propri a cui la gente si attacca in corsa (è vero, giuro) sono chiamati "cable car" e corrono a rotta di collo giù per le colline seminando il panico tra i passeggeri. Anche i pacifici tram milanesi nelle mani del conducente giusto possono trasformarsi in uno strumento di morte e distruzione degno di Carmageddon... I taxi alla prossima puntata (forse).

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01 maggio 2007

Culinando culinando


Questo è il risultato delle mie "culinazioni" (come direbbe Tony Tammaro) del weekend: tamale pie! L'aspetto forse lo penalizza, ma il sapore era buonissimo... almeno per me, che non l'avevo mai assaggiato in vita mia. E' cucina Southwestern, quella che gli italiani chiamano Tex Mex, ed è un concentrato di ingredienti americani: tacchino, mais, pomodori, peperoni, formaggio messicano. Non il massimo della leggerezza, ma chi ha detto che cucina americana e leggerezza vanno di pari passo? Sterling l'ha apprezzato, dice che gli ricorda la ricetta che faceva sua madre, e in sostanza ce lo siamo finito tutto domenica sera. Intanto l'immigrazione americana si è finalmente fatta viva con un appuntamento per l'intervista: 14 giugno. Abbiamo un mese e mezzo per preparare foto, documenti, biglietti di auguri e per studiare marche e colori, il che secondo me è stupido: non è più logico che una coppia non faccia caso a dettagli come schiume da barba, creme idratanti e colore degli spazzolini? Intanto grazie al fatto che non ho ancora la Green Card mi sono persa un viaggio a Vancouver con Sterling, che è partito stamattina per un evento di Electronic Arts. Sarei andata anch'io, ma se esco dagli US non posso più tornarci. Non esattamente le premesse migliori per mandare avanti il matrimonio... E vabbè, per consolarmi oggi andrò a fare un giro a Chinatown e Japantown. Ho voglia di mangiare schifezze asiatiche e quando torno a casa c'è Rogue Galaxy che mi aspetta, finalmente sto per finirlo e poi posso riprendere quella mezza delusione di Final Fantasy XII. Onigiri, arrivo!

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