Games and the City

Vita a Los Angeles, videogiochi e tante altre cose che non c'entrano niente

22 dicembre 2008

Il mestiere dei figli è il più difficile del mondo


Questo spaventoso silenzio (spaventoso almeno per me, che di solito scrivo con una certa regolarità) è dovuto alla visita più aspettata e temuta dell'anno: quella dei miei genitori in California. Mio padre non era mai stato prima negli Stati Uniti, mentre mia madre aveva fatto un giro della East Coast... nel 1975! Aspettative e dubbi erano tanti. Come si comporteranno? Apprezzeranno la città in cui vivo? Come sopravviveranno al cibo alieno? Sapranno andarsene in giro da soli pur senza parlare una parola di inglese? Ecco tutte le risposte...

Settimana 1: Lilly e Nick arrivano tutti allegri all'aeroporto. L'aereo è in ritardo e le valigie sono andate disperse a Charles de Gaulle, ma a loro non importa: sfideranno il jet lag! I primi giorni sono un turbine di preparazioni culinarie per Thanksgiving che frustrano la voglia di shopping di Lilly, ma quando la festa arriva tutto va liscio. Gli amici italiani con cui ci vediamo offrono chiacchiere e una partita a carte, mentre il padre di Sterling si limita a sorridere e a ripetere "Grazzi! Grazzi!" quando gli si passa un piatto. Il weekend successivo è turistico: la visita in Wine Country viene apprezzata da Nick anche se Lilly non beve un goccio, i leoni marini eseguono alla perfezione il loro solito show di puzza e rumore e dopo un pò di proteste Nick riesce a mangiare perfino un granchio (d'altronde siamo in stagione) e la famosa clam chowder in a bread bowl di San Francisco. Lilly scopre una passione per il pop-corn ricoperto di caramello che non la abbandonerà per il resto della vacanza. Nick comincia a guardare la TV senza l'audio, "tanto non capisco niente uguale". Io e Sterling ci guardiamo preoccupati e decidiamo che urge trovare un rimedio.
Livello di stress: 3. Per il momento andiamo bene.

Settimana 2: Io e Sterling scopriamo che Netflix è la migliore baby-sitter digitale che potessimo mai desiderare: piazziamo strategicamente Lilly e Nick davanti a un film italiano ogni sera e ci riduciamo a lavorare in camera da letto usando la TV piccola per recensire i giochi. Scopriamo anche che il nostro divano Ektorp ci manca immensamente. Per fortuna arriva il weekend lungo in California del Sud, tempo di mostrare a Nick e Lilly le bellezze paesaggistiche locali! Carmel riscuote un discreto successo ma il suo cibo no: Lilly non vuole assaggiare nemmeno una innocua zuppa di piselli perchè "non si sa mai le spezie che ci mettono", mentre Nick rifiuta ben dodici insalate dicendo che nessuna è come quella di casa. Il Big Sur si rivela troppo lungo per la loro pazienza, ma in compenso Disneyland e una colazione da IHOP vengono apprezzati immensamente. A Los Angeles Lilly vuole vedere le ville delle celebrità a Beverly Hills, mentre Sterling si vergogna a morte di portarcela. Segue dramma interiore di Sterling, ma ovviamente Lilly è l'ospite e vince sempre. A Santa Barbara incontriamo Alessia di Io speriamo che me la cavo, compagna di blog e di lunghissime telefonate con cui progettavamo di vederci da una vita. Io mi riprendo e Santa Barbara fa sentire Lilly e Nick "proprio come se fossimo in California. Quella dei film, però, non San Francisco."
Livello di stress: 7. Se c'è un motivo per cui io vivo in California e loro in Italia comincio a capirlo adesso...

Settimana 3: Devo lavorare, ho delle consegne urgenti e quindi non posso andare in giro con loro tutti i giorni. Nick e Lilly si decidono a esplorare da soli Chinatown, dove ovviamente non toccano cibo, e North Beach, dove riescono a trovare un immigrato originario di Scalea che conosce un cugino di secondo grado di mio padre che fa il vigile urbano e che una volta gli ha appioppato una multa. Com'è piccolo il mondo. Lilly diventa coraggiosa e assaggia un rotolino di sushi; Nick cerca di stare al passo ma finisce col pelare via meticolosamente tutta l'alga con coltello e forchetta prima di mangiare il riso. Lilly cerca di prendere il controllo di casa, in particolare della cucina, e di riarrangiarla come se fosse casa sua. Quando le dico di fermarsi si offende e mi fa una sceneggiata in puro stile napoletano, in cui Nick si rifiuta di recitare la parte di Mario Merola. Le sceneggiate si ripetono negli ultimi giorni della visita, sarà un segno che è arrivato il momento di tornare a casa? Per fortuna una corsa in tram su e giù per le colline di San Francisco e una delle celebri cupcake di Kara's Cupcakes fanno tornare momentaneamente il buonumore in famiglia. Nick assaggia per sbaglio una foglia di cilantro e giura di aver chiuso per sempre col cibo americano. L'ultimo giorno, dopo aver accompagnato Lilly e Nick all'aeroporto, io e Sterling torniamo a casa con l'unico desiderio di dormire. Non ci risvegliamo che due o tre giorni dopo, ma ci vorrà molto di più per riprenderci completamente.
Livello di stress: 9. Siamo quasi al limite, ma l'idea di tornare a essere soli ci mantiene in vita.

Morale della storia: Ho letto le esperienze di diversi italiani che hanno ricevuto la visita dei genitori in America e tutte sono decisamente positive. Ora le possibilità che mi vengono in mente sono due: o hanno tutti mentito spudoratamente, oppure sono io a essere un mostro. Non credo di essere un mostro, ma credo anche che questa enorme distanza geografica tra me e i miei genitori non sia del tutto casuale. Già prima di trasferirmi a San Francisco vivevo a Roma e tornavo a Salerno a trovarli una volta al mese o anche meno. La distanza ha sicuramente migliorato il mio rapporto con loro, ma anche così di strada da fare ce n'è. Per il momento me ne resto qui, lontana dalle dinamiche familiari che mi facevano perdere la testa fino a qualche anno fa, poi si vedrà...

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16 Comments:

  • At 12:26 PM, Blogger dancin' fool said…

    oh no, io ti capisco BENISSIMO. e purtroppo al momento non c'è un oceano a separare me dai miei cari amati genitori.

    sigh. (mettiamo l'occhiolino per farla meno "tragica", però... condivido in pieno quello che scrivi ;)

     
  • At 1:57 PM, Blogger Fabrizio Cariani said…

    Aelys! Era cosi' tanto che non scrivevi qui che mi sono dimenticato di chiamarti!

    Bellissimo il post, mi fanno ridere anche i tratti immutabili dell'Italiano all'estero (anche i miei odiano il cilantro e temono le "spezie")

    (1) tre settimane sono un periodo molto lungo. Le visite di cui io racconto con piacere sono durate al max una/due settimane.

    Per mia fortuna i miei fecero il "viaggio lungo" in California nel 2002, e ora vengono "di passaggio" (nel loro viaggio nel 2007 passarono una decina di giorni nella costa Est per conto loro con amici, prima di venire da me).
    Non li abbiamo neanche accompagnati in California del Sud.

    Ovviamente nel caso del "primo viaggio" questo non si puo' fare.

    Angeline comunque si stressa un po' quando il livello di Italianita' in casa sale troppo ("ma come? non hai il passaverdure?? e io adesso come lo faccio il pure'? ... e poi queste patate giganti... "). Io non posso farci niente lo trovo divertente e basta.

     
  • At 9:12 PM, Blogger Pluto said…

    bene!! altri supporter per il mio gruppo " io odio il cilantro "

     
  • At 3:12 AM, Blogger Elisa said…

    Ciao bella,

    mi mancavi, stavo pensando che c'era qualche visita in atto ma non credevo una bella tosta come questa :)
    immagino sia una lotta interiore, da una parte la gioia di vederli, che sicuramente è all'apice i primi giorni per poi scemare, e da una parte il rendersi conto che se vivete così lontano non è una semplice casualità.

    magari fra qualche settimana che sono ripartiti, riguarda le foto, e vedrai i lati positivi dell'averli avuti con voi ;)

    a Firenze, capitale della non-ospitalità come tutti declamano e alla quale io mi oppongo con tutte le mie forze, vige un sacrosanto proverbio:
    "l'ospite,chiunque esso sia, è come il pesce, dopo 3 giorni puzza"

     
  • At 4:23 AM, Blogger Ricciotto said…

    Cilantro? What's cilantro? :D
    Mai sentito in vita mia, ti giuro :D

    Approfitto di questo post per farvi tantissimi auguri di buon Natale! Conto di ripassare a scrivere per l'anno nuovo, quindi per ora mi limito a questo :D

    La prossima volta che vi becco sul live vi chiamo in chat. è una minaccia :D (ora però ho la console in crucconia. è morta la scorsa settimana, giusto in tempo per le ferie -_-).

    Ciao!!!

     
  • At 11:48 PM, Blogger Fra said…

    Guarda se ti consola i miei abitano a 3 km da me, ma io tutte le mattine mi alzo e ringrazio quei tre km...la convivenza è difficile!
    Auguroni splendida, passa in felicissimo Natale con il tuo meraviglioso Sterling
    Fra

     
  • At 6:55 AM, Blogger fabio r. said…

    belle settimane calme calme eh??
    ti sono vicino!!
    ne approfitto allora x augurati un po' di pausa rigenerante e buon Natale a te Sterling!!
    Auguri

     
  • At 7:04 AM, Blogger Baol said…

    Secondo me avete resistito alla grande!

    Auguri di Buon Natale :)

     
  • At 9:48 AM, Blogger Aelys said…

    A tutti: Grazie per il supporto, ne avevo bisogno! E visto che noi perdiamo il pelo ma non il vizio, sappiate che stasera arrivano altri due ospiti dall'Italia. Questi qui però sono giovani, abituati a viaggiare e dotati di un ottimo inglese e soprattutto si fermano solo per una settimana!

    Ricciotto: Il cilantro non è altro che le foglie fresche del coriandolo, si trova in tutti i piatti messicani e in molte pietanze asiatiche. A Roma lo trovi al mercato dell'Esquilino. Vedo che il Red Ring of Death ha colpito anche te, ti mando tutto il mio supporto perchè a noi è successo proprio prima che arrivassero i miei genitori qui... e come se non bastasse si è rotto anche il Wii! Ora siamo in fase di recupero col 360, ma ancora nessuna nuova da Nintendo. Senza Wii Fit sto diventando larga come un divano!

     
  • At 3:21 PM, Blogger Ricciotto said…

    Niente red ring per la mia console. Ha preferito distinguersi dalla massa e rifilarmi un simpatico "E74", errore hardware generico probabilmente legato alla fusione della scheda video :D Forse Sara a ragione a dire che ci gioco troppo :)

    Il bello è che sembra che la console non sia ancora nemmeno arrivata in Germania! O_O Ok, ci sono le feste di mezzo, ma ormai è passata più di una settimana ^^;

    Non ce la faccio più a giocare con la PS3 -_-

    Ah! Domani mattina parto per Barcellona (dono natalizio di Sara), quindi credo che non riuscirò a connettermi per capodanno. Di conseguenza...BUON ANNO!!! :D

    Ci si legge nel 2009 ;)

     
  • At 12:59 PM, Blogger Back in the USA said…

    Che incubo. E' strano come la famiglia ci innervosisca cosi'. Anche io impazzirei se facessero tutte quelle storie per il mangiare e capricci per tutto...
    Meno male che son lontani e son partiti.
    bacini

     
  • At 9:22 AM, Blogger Moky in AZ said…

    Oh Aelys... mi hai fatto pisciare sotto, giuro...
    La verita' sta nel mezzo, siamo tutti un po' mostri, e sopportiamo le visite (infrequenti) dei genitori proprio perche' sono infrequenti... quando arrivano, eccitazione e voglia di chiacchierare, raccontarsi... dopo 3 settimane, l'ospite, anche quello piu' amato, puzza peggio dei sea lions di pier 11....

    Mia mamma sembra molto tua mamma, prevenuta di fronte a tutto cio' che non e' italiano e/o cucianto da lei... mio padre e' convinto di essere avventuroso e di provare di tutto, ma nei ristoranti cinesi chiede sempre "dov'e' il pane?"...

    Quando chiedono a J se va d'accordo con i suoceri, risponde : "Yes, when there're 6thousand miles between us..."
    Bentornata!!

     
  • At 3:02 PM, Blogger palbi said…

    io mi fermo dai miei qui in Italia per ancora qualche settimana. Chissà se sotto sotto anche loro provano le cose di cui parli nel post

     
  • At 5:48 AM, Blogger Claudio said…

    come ti capisco. 3 settimane...ma siamo pazzi?
    quando vado in italia io dopo 3 giorni sono a livello di stress 9 :D

    3 settimane a casa vostra....siete due eroi altro che te lo dico io!

    Buon anno
    cla

     
  • At 6:35 AM, Blogger JJ said…

    Bentornata A. e grazie per il simpatico passaggio dalle mie parti!

    Durante l'ultima visita dei miei suoceri ho potuto apprezzare degli aspetti sociali non trascurabili: la mamma della compagna-ora-mamma diventa una autentica colonna portante del neo-nucleo familiare.

    Resto comunque uno di quei mostri felici di aver messo un mare ed una catena montuosa tra noi e famiglia :-) che poi sia la stessa distanza dall'Italia che conosco - allora ti rimandero' al mio prossimo post :-)

    Buon anno!
    JJ

     
  • At 10:21 PM, Blogger nonsisamai said…

    ciao bella, e' da un po' che non passo, ma questo bel post mi e' stato specificamente consigliato da un tuo assiduo lettore, quindi ho deciso di riprendere da qui la mia vita bloggatrice normale :)
    io sono d'accordo con te, nel senso che e' davvero rischioso: sia quando noi andiamo li dopo un sacco che viceversa. anch'io ho avuto i miei qui per 3 settimane per la prima volta adesso ed ero preoccupatissima. devo dire che in fondo e' stato un successo e mi mancano anche, nonostante abbiamo passato tutto questo tempo appiccicati, ma considera che sono stata operata e per tipo le prime due settimane ero in stato quasi incosciente, forse se lo chiedi a mr j. ti da' una risposta un po' diversa ;)
    un abbraccio, a presto

    p.s. che bello che hai conosciuto alessia, sembra molto simpatica

     

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