Games and the City

Vita a Los Angeles, videogiochi e tante altre cose che non c'entrano niente

03 giugno 2007

Anvedi come dribbla Dempsey


Quello nella foto non è il torneo amichevole della parrocchia e nemmeno l'accesissimo derby locale Nocerina-Cavese. E' in realtà U.S.A.-Cina, partita della nazionale che siamo andati a vedere a San Josè, nel bel mezzo della Silicon Valley, vale a dire un'ora a sud di San Francisco. La foto da sola basterebbe a far capire quanto l'America si fili questo sport, ma un paio di altri dettagli sono d'obbligo. Tanto per cominciare, una cosa mi ha lasciata basita: l'abbondanza indecente di parcheggio. Ma dico: è una partita di nazionale, no? La gente dovrebbe buttare la macchina sul vialetto della prima casa che si trova davanti e invece ci sono enormi parcheggi vuoti e perfino un servizio di navetta dalle macchine allo stadio. Stadio, per inciso, nel quale di solito si gioca a football, quindi imparentato agli stadi di calcio italiani più o meno come io sono imparentata a Vin Diesel. Magari sarà stato l'effetto ottico, ma il campo sembrava piccolissimo e il feeling generale era quello da allegra domenica estiva nel paesello sorridente in cui tutti conoscono tutti. Buonismo dilagante, niente tifoseria hardcore e soprattutto niente misure di sicurezza, a parte un vago controllo delle borse all'entrata. Praticamente chiunque avrebbe potuto scavalcare le transenne (ridicole) e prendere a pugni l'arbitro, che tra parentesi se lo meritava. Per quanto riguarda l'aspetto tecnico della partita, caliamo un velo pietoso: dal primo al novantesimo minuto mi sono chiesta come cazzo abbiamo fatto a pareggiare ai mondiali contro una squadra che sembrava il Pizzighettone e che pure è riuscita a vincere contro i cinesi per 4-1. Vabbè che hanno lasciato a casa molti dei titolari per far giocare le nuove leve, ma dopo questa partita ho una certezza in più: a questo punto pure la Salernitana può trovare il suo posto nel mondo.

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