Games and the City

Vita a Los Angeles, videogiochi e tante altre cose che non c'entrano niente

24 giugno 2009

Day Trip a San Diego



Nonostante sia a sole due ore da qui, a San Diego non c'ero mai stata fino a domenica scorsa. E dire che la giornata era iniziata in modo completamente diverso. Io e Sterling eravamo al mercato di Hollywood a fare shopping sfrenato di frutta e verdura californiane, quando riceviamo una telefonata che ci comunica che un caro amico di Atlanta è a San Diego per lavoro. Del tutto ignaro della geografia californiana (come d'altronde molti altri americani), il povero Steven non immaginava che fossimo così vicini e non aveva pensato di avvertirci per tempo. E così abbiamo scaricato frutta e verdura a casa in tempi record e siamo saltati sulla Mini di Steven #2 (pare che gli amici di Sterling abbiano tutti lo stesso nome), direzione sud. Per me, che non ero mai andata oltre Costa Mesa, la parte bassa di Orange County è stata una sorpresa inaspettata. Abituata com'ero agli anonimi complessi residenziali e ai centri commerciali intorno a Anaheim, non mi aspettavo chilometri di costa completamente inabitata e affacciata su un Pacifico in forma smagliante. Sono sempre i road trip a ricordarmi quanto gli immensi spazi americani mi siano cresciuti dentro in appena un paio d'anni, quale senso di liberazione possa creare anche solo mezza giornata al di fuori della città. San Diego si è comunque rivelata interessante, con spiagge fantastiche, un bel centro "storico" con i lampioni a gas e una baia densa di isolette e ponti. La cosa migliore è stata ovviamente rivedere Steven, che ci ha intrattenuti con l'incredibile racconto della sua esperienza sciamanica sulle Ande peruviane!

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18 giugno 2009

Punti di vista

Parlando al telefono con una mia amica:
Io: "...e ultimamente sono tornata al punto croce, che avevo lasciato da un pò"
Lei: "Come sei antica"
Io: "In realtà sto facendo una schermata di Pac-Man gigante"
Lei: "Come sei geek"

In realtà il punto croce mi diverte, mi rilassa e soprattutto mi distrae dalle prodezze pugilistiche di Sterling, che ormai non fa altro che giocare a Fight Night 4 ogni sera perchè la recensione è imminente. GreenPixels mi ha perfino commissionato un articolo su arts & crafts applicate ai videogiochi, segno evidente che non sono sola a questo mondo. Stavo anche pensando di comprare una macchina per cucire e trovare qualcuno che mi insegni a usarla, così i miei capolavori avranno finalmente un uso pratico (Pac-Man per esempio dovrebbe diventare un cuscinone per il salotto).

Parlando di cose completamente diverse (ma sempre legate ai videogiochi), ho trovato un mentore. O meglio, un mentore ha trovato me. E' notizia ormai abbastanza ufficiale il fatto che sto tentando un cambio di carriera, dal giornalismo alla localizzazione/traduzione di videogiochi. E' un processo abbastanza difficile, perchè le compagnie di localizzazione guardano con sospetto le nuove leve, sempre timorosi che gli si voglia rubare il lavoro. Sto andando un pò a tentoni e traducendo tutto quello che mi capita sottomano, anche gratis pur di farmi un nome (la mia traduzione italiana di questo bellissimo gioco è stata pubblicata proprio ieri, a proposito: dategli un'occhiata e se non sapete come risolverlo chiedetemi pure). Qualche giorno fa ho deciso di rivolgermi a Women in Games, un'associazione di cui faccio parte insieme alle altre 800 povere anime che costituiscono la minoranza delle donne in questa industria. Pare che la cosa abbia funzionato, perchè dopo poco ho ricevuto un'email da un veterano dell'industria, che si è offerto di aiutarmi nel mio cambio di carriera mettendomi in contatto con le persone con cui ha lavorato in passato e che potrebbero tornarmi utili. Il tutto al solo scopo filantropico di aiutare una donna a farsi strada in un settore quasi completamente dominato dagli uomini. La cosa divertente è che mi sono resa conto di conoscerlo benissimo questo veterano, almeno di fama: è stato l'autore di Indiana Jones and the Fate of Atlantis, Secret of Monkey Island, Day of the Tentacle e di tanti altri titoli celebri degli anni '90 che ho giocato accanitamente insieme a mia sorella, strizzate in due sulla poltrona dello studio di mio padre. Mia madre ci guardava, sorrideva e scuoteva la testa: non avrebbe mai potuto immaginare che quei giochi sarebbero stati la mia salvezza quindici anni dopo...

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09 giugno 2009

Per (s)fortuna c'è l'E3


Tra cambio di casa e scatoloni mi ero quasi dimenticata dell'esistenza dell'E3, la solita fiera dedicata ai videogiochi di cui, volenti o nolenti, non ci perdiamo un'edizione. La cosa più strana di quest'anno è stata poter tornare a casa tutte le sere, invece che in una stanza di hotel con pessima connessione internet gentilmente offerta dalla compagnia di Sterling. Questa edizione è tornata ai fasti del passato, dopo gli ultimi due anni molto più ristretti che sinceramente non mi erano dispiaciuti affatto. E invece ecco spuntare di nuovo il caos, la folla di curiosi, le booth babes seminude e gli appuntamenti rimandati all'ultimo minuto perchè il PR di turno si è confuso, o forse non ha dormito abbastanza per tutto il mese precedente. Non sono una fan di manifestazioni così in grande, anche perchè si finisce per vedere sempre meno giochi di quello che si vorrebbe. Qualche aspetto positivo però c'è anche così: i party serali, le chiacchiere a caso con persone dell'industria che altrimenti non capiterebbe mai di incrociare, giochi e accessori ricevuti in regalo solo perchè si è giornalisti, le celebrità coinvolte loro malgrado come per legittimare i videogiochi agli occhi del grande pubblico, e su tutto il piacere di provare titoli che non saranno nei negozi prima di diversi mesi. Titoli che mi ricordano di tanto in tanto perchè faccio questo lavoro, perchè voglio restare in questa industria. Un vortice in cui è bello tuffarsi, ma da cui è altrettanto bello risalire per ricordarsi di avere una vita normale.

Paul McCartney e Ringo sul palco della conferenza Microsoft. Altri ospiti dal vivo sono stati Steven Spielberg, James Cameron e Pelè.

E' il 25° anniversario del film e i Ghostbusters, veri o finti, spuntano ovunque.

Cartelloni giganti per strada pubblicizzano il prossimo Final Fantasy. Siamo già al numero 13, Rocky e Freddy Krueger ci fanno un baffo!

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