Games and the City

Vita a Los Angeles, videogiochi e tante altre cose che non c'entrano niente

29 aprile 2007

La famiglia delle console si allarga



Piena estate stamattina a San Francisco: in questi casi la popolazione femminile locale sfoggia infradito e vestitini a misura di Barbie, anche gli esemplari che pesano 100 chili, mentre quella maschile è orientata verso shorts da esploratore britannico e scarpette ginniche da marinaio con stile. Siamo andati in centro sul presto per il lancio della versione Elite di Xbox 360 e siamo tornati a casa con il nostro nuovo bambino: prezzo di listino 480 dollari, prezzo per noi 8 dollari. Avevamo un miliardo di giochi stupidi da rivendere e praticamente abbiamo comprato la console solo con quelli: il bello di lavorare per GameSpy dove, a differenza di altre case editrici, tutti i redattori ricevono i giochi senza nemmeno doverli chiedere. In realtà avevamo già altre due 360 a casa, ma sono di proprietà di GameSpy e Sterling voleva la sua console personale, nel caso in cui decida di accettare una delle tante proposte di lavoro che gli arrivano da altre compagnie e debba riconsegnare i vecchi sistemi. Ora siamo nel pieno del trasferimento dati, un'operazione che richiede un paio d'ore e che (per motivi inspiegabili) Microsoft fa di tutto per sconsigliare: "Attenzione, potreste perdere dei dati (e fin qui...). Attenzione, questo è un passaggio che si può fare una sola volta nella vita e dopo dovrete rinchiudervi in un monastero tibetano per un anno per purificarvi". Noi però non temiamo il potere oscuro di Bill Gates e ci stiamo provando lo stesso. 120 giga di hard drive sono una tentazione troppo forte, soprattutto considerando il fatto che già adesso possiamo scaricare film e programmi TV e che a partire dall'autunno (Thanksgiving, con tutta probabilità) avremo la TV satellitare via Xbox Live, con tanto di TIVO. A quel punto chi mi ferma più, registro tutte le puntate di Iron Chef che ultimamente è diventato la mia ossessione televisiva!

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25 aprile 2007

Il mondo di Quark


Cinque minuti fa questa bestiaccia stazionava sul tetto qui di fronte. Cosa sarà mai?
A- Una cicogna
B- Una cicoria
C- Un emù
Solo Giulia Gatti mi può aiutare in questa situazione. Giulia, se mi leggi sfoggia la tua conoscenza animalesca! Se fosse una cicogna la cosa spiegherebbe perchè in America ancora nascono bambini, pure troppi direi e non necessariamente da genitori in possesso del requisito minimo di quoziente intellettivo. Intanto la scuola di italiano mi ha chiamata con urgenza per una supplenza in un corso di conversazione avanzato. Avrei dovuto dire che non mi sento pronta, che non ho mai insegnato a gruppi ma solo a singoli e che mi sento terribilmente in imbarazzo a parlare davanti a una platea. Invece, essendo una irresponsabile, ho risposto "Sure!" e stasera guarderò in faccia questi dodici studenti che dissertano di Garibaldi e Lucrezia Borgia senza sapere che dirgli. Vabbè...

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24 aprile 2007

Il bello del matrimonio


Ieri Sterling si è girato nel sonno e mi ha detto testualmente "Goddamn, I love you so fuckin' much". Ho sposato un poeta.

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19 aprile 2007

A Comet Appears


Dopo avermi regalato una t-shirt e una borsa della Roxy e una copia di LocoRoco (perchè vergognosamente non ce l'avevamo ancora), Sterlino ha completato il suo regalo di compleanno per me con due biglietti per il concerto degli Shins al Warfield. La cosa mi ha fatto un immenso piacere, perchè proprio qualche giorno fa riflettevo sul fatto che solo un paio di band sono riuscite a staccarmi dall "malattia dei '90" che ancora mi porto dietro: gli Shins e i Flaming Lips. Il primo album degli Shins, con New Slang e Caring Is Creepy, mi riporta indietro a due anni fa, quando li ho ascoltati per la prima volta e non sapevo bene cosa volessi dalla vita e come uscire dalla confusione in cui mi trovavo. "Gli Shins ti cambieranno la vita", diceva Natalie Portman in Garden State, e se a me non l'hanno cambiata l'hanno sicuramente migliorata. Dopo che un'adorabile Natalie in cuffie e felpina rossa dice una cosa del genere, ogni band con una coscienza dovrebbe farsela addosso pensando alle aspettative della gente, e invece loro sono andati avanti tranquilli, come se niente fosse. La cosa che più mi ha fatto riflettere al concerto è che mi trovavo davanti alla band più "uncool" che il Warfield abbia mai visto: batterista grasso, tastierista coi capelli anni '80, cantante in evidente imbarazzo nel parlare al pubblico. Di certo non sono rockstar, vengono da Albuquerque e non gliene frega niente degli hippies di San Francisco che girano in infradito anche a gennaio. A parte questo, il Warfield è un bellissimo teatro ma stare seduti per tutti il concerto proprio non si sopporta. C'erano giusto pochi posti in piedi nell'equivalente americano del "pratone", ma ovviamente erano esauriti fin dal primo momento. Tutti gli altri seduti in balconata, una noia mortale ma almeno abbiamo potuto mangiare i nostri nachos durante il concerto. Gli americani sono assi nel servire quantità enormi di cibo nei posti più impensati, per esempio sale da concerto e partite di basket. Detto questo, vado a scrivere CAKETOWN!!! per GameSpy.

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17 aprile 2007

Mentre il bucato è nell'asciugatrice...


Quella nella foto è la band che siamo andati a sentire sabato sera. Sembrano un gruppo country e invece fanno musica irlandese, infatti si chiamano Culann's Hunters. Boh, qui è tutto diverso, anche la musica irlandese. Sterling era tutto esaltato dalla novità, il concerto gli sembrava una cosa esotica che risvegliava il suo quarto irlandese. Per me invece andare in un pub a sentire gruppi come i Pozzo di San Patrizio era la normalità fino a qualche anno fa e ne sentivo un pò la mancanza qui. Tutti seduti, però, che tristezza: noi in Italia non sapevamo nemmeno che cosa fossero le sedie, saltavamo e ballavamo per tutto il tempo. Come si fa a stare seduti con una musica del genere? Domenica finalmente siamo andati a cena a The Slanted Door, praticamente il ristorante migliore che ho provato finora a San Francisco. Ha una bellissima vista sulla Baia e cucina vietnamita di alto livello, ogni voce del menù dice da quale ranch o fattoria locale vengono carne, pesce e verdure. L'unico inconveniente è che ha qualcosa come 8 settimane di prenotazione, per cui non è che ci si può andare quando viene la voglia. Dopo il weekend rilassante ovviamente ci voleva una settimana stressante: ho gli eventi Vivendi e Capcom da coprire per tutte e due le riviste di Edizioni Master, una recensione da scrivere per GameSpy e ho appena finito un altro articolo per Jive Magazine. Come se non bastasse, mi hanno contattata da una scuola di italiano che è qui in città e mi stanno più o meno pregando di prendere tre classi per il prossimo term, una cosa che potrei decidere di fare se mi lascia abbastanza tempo libero per scrivere. La notizia positiva è che abbiamo già ricevuto risposta dall'ufficio immigrazione e ci hanno fissato al 27 aprile l'appuntamento per prendere le biometrics, vale a dire impronte digitali, fotografie e firma. Questo significa che ho solo 10 giorni per commettere un crimine prima che mi abbiano schedata e Schwarzey mi condanni a morte, ma significa anche che presto dovrebbe arrivare il permesso di lavoro e allora si comincia a fare sul serio.

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12 aprile 2007

30 anni e non sentirci




O meglio, 30 anni, non sentirci e non avere il tempo di curarsi. La settimana in corso ha portato due ospiti, due compleanni e due eventi stampa (ci manca solo il funerale, eh? per quello ci è mancato poco, peccato). Gli ospiti sono Filippo, mio ex collega, e Sara, la sua fiancée (come amano dire qui), arrivati sabato mezzi morti e subito coinvolti nel marasma della cena del mio compleanno tra cibo messicano, mariachi e frozen margarita. Il povero Filippo non ha toccato cibo, ma ha avuto comunque la forza di cazzeggiare con gli ombrellini dei cocktail e per questo avrà sempre la mia stima. Domenica abbiamo portato la povera coppia in giro per il cosiddetto "Bignami di San Francisco", un'organizzazione che nemmeno i giapponesi in visita in Italia si sognano. Lunedì si sono vendicati trascinandomi in qualsiasi negozio della città in cui fosse possibile fare shopping, mentre martedì lo abbiamo prevalentemente passato a deprimerci al sole su una panchina di Fishermans Wharf per la sconfitta della Roma, cosa che ha procurato a Filippo un'ustione di terzo grado sulla capoccia. Oggi invece c'è stato l'evento stampa di Vivendi/Sierra e domani mi aspetta il mega-evento Capcom, cosa che probabilmente mi costringerà a passare il weekend tumulata in casa a scrivere. Stasera però abbiamo festeggiato il compleanno di Sara, solo 4 giorni più giovane di me, in un posto mortale: la Cheesecake Factory. Già il nome incute soggezione, ma si ha un'idea più precisa se si pensa che le porzioni di cibo sono così grandi da spaventare perfino gli americani. Mi ci vedo questo weekend a scrivere di Devil May Cry e mangiare insalata...

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04 aprile 2007

Siamo noi, siamo noi...

Il coraggio premia: armati delle nostre magliette romaniste abbiamo deciso di andare a vedere Roma-Manchester United nell'unico posto che trasmette le partite di Champions League. Cioè The Mad Dog in the Fog, un pub inglese frequentato SOLO da inglesi... e da noi, ovviamente, che facevamo casino per dieci tra una folla di incazzatissimi ManU supporters. Inutile dire che la settimana prossima ci riproviamo per il ritorno. Filippo, se ci stai batti un colpo! This is THE REAL SHIT in San Francisco!

P.S.: per la par condicio dopo la partita ci siamo fermati in un negozio di alimentari britannico e abbiamo comprato un vasetto di Marmite, quella indefinibile roba lievitosa spalmabile che o si odia o si ama. Io la amo, ma d'altronde io metto anche il latte nel tè. Sterling non l'ha mai assaggiata, povero americano ignaro delle barbarie europee... ora facciamo la prova e vediamo se è degno delle sue origini.

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03 aprile 2007

You're beautifuuuuuuul




Dovrei stare a scrivere la recensione di SingStar Pop per GameSpy ma non ce la faccio, è più forte di me, la versione americana ha una tracklist così orrenda che nemmeno mi viene in mente di prendere il microfono. Essendo l'unica europea che lavora per GameSpy, SingStar mi tocca di diritto, che lo voglia o no. Qualche mese fa mi è andata bene con SingStar Rocks!, ma questo qui proprio non si sopporta: Hoobastank, James Blunt e Daniel Powter tutti insieme mi fanno venire la febbre a 40. Visto che non ho di meglio da fare, ascolto gli Shins e posto un pò di foto della nostra rilassante domenica sull'oceano e al Golden Gate Park, in cui si possono vedere i miei capelli ormai luuuuunghi e una pagoda cinese che mia sorella ha definito "cafoncella", anche se per gli standard cinesi è pure troppo discreta.

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01 aprile 2007

Un anno fa


Un anno fa a quest'ora io e Sterling stavamo socializzando nella lobby dell'Hard Rock Hotel di Chicago, tra giornalisti americani dall'accento per me incomprensibile e ubriachissimi PR tedeschi. Un anno fa Sterling aveva appena finito di spiegarmi le sue origini (mezzo-di-colore-un-quarto-irlandese-un-quarto-scozzese), perchè tutti lo credevamo brasiliano o giamaicano. Un anno fa chiacchieravamo di gatti e MySpace e posavamo per Dean, il fotografo che ci ha fatto la nostra prima foto insieme. Oggi siamo sposati. E sembra naturale pensare che, mentre un anno fa ci conoscevamo a Chicago, oggi abbiamo finalmente completato la documentazione per la Green Card e l'abbiamo mandata proprio lì, a Chicago, dove tutto è cominciato. Non ho mai fatto tanta strada in tutta la mia vita (ma sì, anche in termini di chilometri) di quanta ne ho fatta nell'ultimo anno. Niente fuochi d'artificio, non servono: giusto un sorriso compassionevole verso chi ci ha provato a rendere difficile una storia che tira come un autorimorchio e la nostra XM Radio in sottofondo mentre passiamo un'altra delle nostre pacifiche serate insieme. Una delle tante, e non saranno mai abbastanza.

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