Games and the City

Vita a Los Angeles, videogiochi e tante altre cose che non c'entrano niente

21 ottobre 2008

Tokyo: curiosità

Ghibli Museum: Studio Ghibli è lo studio di animazione che ha creato film come Totoro, Princess Mononoke e La città incantata, che ha anche vinto un premio Oscar. Prima di lavorare insieme in uno studio indipendente, i suoi fondatori hanno creato serie animate come Heidi, Anna dai capelli rossi e Conan il ragazzo del futuro. Il museo dello studio è in realtà un parco divertimenti interattivo in cui i bambini sono liberi di correre e toccare tutto. Ci vogliono mesi di prenotazione in Giappone per visitarlo, ma noi siamo riusciti a procurarci i biglietti dagli Stati Uniti per una fantastica giornata di regressione all'infanzia.

Hello Kitty: Inutile dire che Hello Kitty è ovunque in Giappone e che Sterling aveva paura che a un certo punto mi esplodesse la testa dalla felicità. Il mestiere della fan di Hello Kitty è duro: ho dovuto rincorrere l'autista di questo pullman fino a che non si è fermato e mi ha guardata come se fossi appena scappata da un manicomio. Da notare la Kitty Godzilla in rosa arrampicata sulla Tokyo Tower.

Divise scolastiche: Appostata nei peggiori angoli, ho fotografato tutte le divise che vedevo. Questa foto è particolarmente significativa, perchè una delle studentesse indossa la mitica mascherina che i giapponesi amano portare appena scoprono di avere il minimo sintomo di raffreddore. Senza vergognarsene.

Cartelli stradali: Mica si poteva semplicemente scrivere "Vietato dare da mangiare ai piccioni"? Noooo, bisognava farci un disegnino apposito! Io mi domando chi faccia parte della giunta comunale di Tokyo che decide quali disegni approvare e quali bocciare. Secondo me si divertono come matti.

Dolci autunnali: In Giappone il cibo segue da vicino lo scorrere delle stagioni, con diverse specialità tipiche introvabili in altri momenti dell'anno. I dolci autunnali per eccellenza sono gli ohagi, palline di farina di riso rotolate nel sesamo e nella farina di soia. Sono morbidi e buonissimi!

Ragazze immagine: Durante la settimana del Tokyo Game Show tutte le compagnie di videogiochi assumono decine di standiste il cui unico incarico è distribuire volantini e sorridere alle telecamere. Queste sono le marinarette di Sony, sia in bianco che in nero.

Pubblicità devianti: Ma chi l'ha detto che il whisky si beve in bicchieri così grandi? E infatti la ragazza della pubblicità ha già l'occhio spento...

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18 ottobre 2008

Tokyo: 300 anni nel passato

Tempietto buddhista: Tra il traffico e la confusione di Shinjuku ho trovato un tempietto minuscolo che se ne stava tranquillo in una stradina laterale. Sarà stato un segno: cinque minuti dopo ho trovato il mio kimono in un negozietto di kimono usati gestito da una ragazza che parlava solo giapponese.

Asakusa: E' uno dei quartieri tradizionali di Tokyo e, se non ci fossero tanti turisti, sembrerebbe di fare un salto fuori dalla realtà. Ci sono casette di legno, taverne che vendono oden (una minestra chiara con fish cakes) e tantissime donne in kimono.

Pagoda: Sempre ad Asakusa c'è il grande tempio della dea Kannon, che ospita sul suo terreno una pagoda di cinque piani, incensiere grandi come vasche da bagno e perfino un tempietto minore dedicato al tanuki, l'orsetto lavatore che in Giappone è una vera celebrità.

Torii: Ogni tempio scintoista ha una o più enormi porte di entrata costruite in legno direttamente sul terreno sacro del tempio. Dove c'è spazio, il terreno sacro è un tripudio di boschetti, ruscelli, ponticelli e giardini tradizionali che mettono l'anima in pace ancora prima di arrivare al tempio vero e proprio.

Meiji-jingu: Il più bel tempio che abbiamo visitato era a sole due fermate di metropolitana dal nostro quartiere. E' stato costruito un centinaio d'anni fa dall'imperatore Meiji come dono all'imperatrice. Forse un giorno Sterling mi costruirà un forno a legna per la pizza...

Viva gli sposi!: A Meiji-jingu abbiamo avuto la fortuna di capitare nel pieno di un matrimonio tradizionale, con il corteo nuziale formato dal sacerdote, le sacerdotesse vestite di arancione, gli sposi e un'armata di damigelle in kimono (ma saranno state veramente damigelle?).

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17 ottobre 2008

Tokyo: 300 anni nel futuro

Tokyo Tower: Solo i giapponesi potevano trasformare un'antenna delle trasmissioni televisive e radiofoniche in una gigantesca attrazione turistica. La Tokyo Tower è una specie di torre Eiffel in rosso e di notte offre uno dei migliori panorami della città.

Shinjuku Est: Il nostro hotel era in questo quartiere centralissimo, con una stazione della metropolitana che ha un traffico di tre milioni e mezzo di persone al giorno. La parte est di Shinjuku è un paradiso per lo shopping, come si deduce facilmente dalla foto. Ci si trova di tutto, compreso un grande magazzino di nove piani che è un crescendo di vestiti assurdi, gotici e merlettati come se fossimo in piena era vittoriana (e che le giapponesi si mettono con disinvoltura).

Shinjuku Ovest: La parte ovest del quartiere invece è più sobria e riservata ai grattacieli degli hotel e degli edifici governativi. L'effetto è particolarmente suggestivo in caso di pioggia, fattore climatico che decisamente non è mancato al nostro viaggio.

Yodobashi: Akihabara è il distretto dell'elettronica e Yodobashi, con i suoi dieci enormi piani, ne è la stella. Ci si trova di tutto, dai videogiochi (ovviamente!) alle macchinette per tagliare i peli del naso, queste ultime sia elettriche che a batterie. Non si sa mai dovesse esserci una ricrescita improvvisa mentre si è in aereo...

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13 ottobre 2008

L'Oriente che non è Giappone


Nel mio post precedente avevo scritto qualcosa che un nuovo commentatore mi ha chiesto di spiegare meglio. Avevo detto che Tokyo ha un tocco di oriente che in alcuni momenti non sembra il Giappone, il che per me è stata una vera sorpresa. Mi immaginavo che tutto sarebbe stato sempre pulito e ordinatissimo, senza quella caoticità a cui di solito vengono associati altri paesi asiatici come la Cina o la Cambogia (non a caso l'espressione romana per indicare una folla disordinata di persone è "qui è una Cambogia"). Alcune aree di Tokyo, però, non avevano nulla di questo innato ordine giapponese, soprattutto quelle residenziali dove ho visto spesso palazzi in uno stato piuttosto trascurato... un bel contrasto con le curatissime villette vittoriane di San Francisco a cui viene fatto un "lifting" praticamente ogni anno! Il culmine del caos è stato però il mercato del pesce di Tsujiki, uno dei più grandi del mondo: biciclette e carrelli sfrecciavano tra i passanti a velocità a dir poco italiana, senza neanche rispettare il normale ordine di marcia e minacciando di investire chiunque facesse un passo falso. E' stato un primo approccio con il Giappone molto diverso da quello che mi immaginavo, soprattutto considerando che era il nostro primo giorno di esplorazione e che eravamo ancora intontiti dal fuso orario e dal fatto che fossero le sei di mattina. Sentendoci in pericolo di vita, con gli ombrelli che limitavano ancora di più la nostra visibilità, ci siamo rifugiati in uno dei minuscoli e famosissimi sushi bar della zona per una colazione atipica. Otto posti in totale intorno al bancone, niente tavoli, niente menù, nessuno che parlasse inglese. Abbiamo annuito quando gli chef muniti di coltellacci ci hanno proposto un "sushi set-to" (la sillaba in più è d'obbligo) e abbiamo finito per pagare $200 in quattro... mangiando però il miglior sushi della nostra vita. A chi si chiede se ne sia valsa la pena posso solo indicare il faccione beato del nostro collega Gabe nella foto qui sotto.

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10 ottobre 2008

Le sorprese del mestiere


Molti di voi non avranno mai neanche sentito parlare del simpatico signore che posa con me nella foto, ma mettiamola così: pensate al vostro regista preferito e immaginate di ritrovarvelo davanti all'improvviso, dopo che vi è stato detto che dovrete intervistare un anonimo rappresentante di quella casa cinematografica. Ecco, io avevo preparato delle domande generali sul gioco in questione, White Knight Chronicles (tra l'altro il titolo migliore che ho visto in questa settimana di fiera) e mi ritrovo di colpo a intervistare il presidente e CEO di Level 5, la mia compagnia di sviluppo preferita in assoluto. Con il blocco degli appunti messo strategicamente a coprire la manina tremante, mi sono lanciata nell'impresa con tutta la professionalità che sono riuscita a recuperare... solo per arrendermi alla fine alla mia natura di fan urlante e chiedergli di posare con me in una foto. L'interprete stava per morire dalle risate, ma con la classe innata delle donne giapponesi si è trattenuta e ha scattato una foto tutto sommato passabile. E così si è conclusa la mia settimana di lavoro in terra nipponica, una settimana che in fondo si è rivelata meno pesante dei vari E3 e Games Convention a cui siamo abituati. C'è stato tempo per andare in giro, fare shopping e assaggiare tutto il cibo di cui sono stata capace (si si, poi quando torno a San Francisco mi metto a dieta). Oggi, appena finito di trascrivere l'intervista in questione, ci armiamo di ombrello e ce ne andiamo in giro a occhi spalancati per la nostra ultima giornata da turisti. Templi scintoisti, dolcetti autunnali e ancora shopping!

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08 ottobre 2008

Tokyo connection


Primo giorno ufficiale di lavoro, ma in realtà abbiamo avuto diversi appuntamenti pre-fiera nei giorni scorsi. Il mio portatile non vuole saperne di connettersi alla rete dell'hotel, perciò ho dovuto aspettare di essere qui al Tokyo Game Show per usare la connessione riservata alla stampa. Dovrei lavorare, ma sono così stanca che preferisco scrivere due parole qui piuttosto che in un articolo serioso, tanto tra poco devo staccare comunque per andare a pranzo. Tokyo è troppo immensa per essere riassunta in poche righe e una manciata di foto. E' un concentrato di energia umana, luci, grattacieli, stradine affollate, profumi esotici. E' esattamente come me la immaginavo e allo stesso tempo diversa, con un tocco di oriente che non è il Giappone. Tutto il resto dovrò descriverlo con più calma appena non sono impegnata a rimbalzare come un elastico tra Sony e Capcom.

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04 ottobre 2008

La cantantessa



Trovo ironico il fatto di non essere mai riuscita ad andare a un concerto Carmen Consoli in Italia e di averla invece vista agevolmente qui a San Francisco, comodamente seduti al tavolino di un teatro storico della città. Con un pò di fortuna, questa volta riesco a pubblicare correttamente il video: non si vede niente (sempre colpa della mia macchina fotografica di notte), ma almeno l'audio è decente. Lei è stata fantastica, ha eseguito tutti i pezzi in versione acustica senza band di accompagnamento e ha cantato perfino tre canzoni tradizionali siciliane. Quanto gli americani ci abbiano capito non lo so, ma di certo Sterling è rimasto impressionato da quello che una sola persona può fare sul palco. Volevo farci un post già da qualche giorno, ma proprio non mi è riuscito di scrivere niente che non fossero articoli di lavoro. E' un periodo particolarmente pieno, anche più della solita media autunnale: continuo a scrivere per GameSpy ma nel frattempo ho accettato anche un'altra collaborazione con un sito che non è stato ancora lanciato e di cui parlerò appena sarà attivo. Non solo è un tipo di scrittura che mi piace molto, ma viene anche pagato molto meglio degli articoli che scrivo per GameSpy (e che già in Italia rappresentano cifre esorbitanti). Intanto la valigia è pronta e lo shuttle per l'aeroporto dovrebbe arrivare a momenti: si parte per il Giappone!

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