Games and the City

Vita a Los Angeles, videogiochi e tante altre cose che non c'entrano niente

28 gennaio 2009

Retrospettiva: la Missione di Carmel


Queste foto mi erano sfuggite circa un mese fa (durante la famigerata visita dei miei genitori) ma, visto che ultimamente a San Francisco non succede niente di speciale a parte il solito bel tempo, ne approfitto per pubblicarle adesso. Avrei dovuto capirlo che Carmel era un bel posto già quando mi fu detto che Clint Eastwood ne era stato il sindaco, ma onestamente non sapevo cosa aspettarmi. Andarci è un'esperienza rigenerante, grazie a un'aria da cittadina sempre in vacanza e a un oceano splendido. La Missione spagnola è ben tenuta, con un giardino di erbe aromatiche che anche a dicembre era profumatissimo e in piena fioritura. Se avessi tempo mi piacerebbe visitare tutte le Missioni della costa californiana, andando da San Francisco a San Diego e prendendo tutto il sole possibile. Se penso che l'anno scorso di questi tempi facevamo i preparativi per le Hawaii mi viene da piangere! I piani per quest'anno sono quelli di andare in Messico, ma non nell'immediato. Ora ci sono troppe cose, la camera da letto da rifare, una possibile promozione di Sterling e forse anche un trasferimento a Los Angeles... anche se quello spero vivamente che non succeda. Nel frattempo ho imparato un'altra cosa nuova sugli americani: una raccomandazione non è nè più nè meno di quello che la parola suggerisce. Io penso che tu sia bravo, perciò ti raccomando a chi dovrebbe assumerti e non me ne viene niente in tasca. Non è un affare sporco, non c'è niente da nascondere e se ne parla con grande apertura. Chi l'avrebbe mai detto...



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21 gennaio 2009

"In fondo è un pò anche il tuo presidente"


Nel clima generale di ottimismo che ieri ha pervaso San Francisco, qualcuno ha anche cercato di distogliere i miei foschi pensieri dal nano italico, dicendomi che in fondo, da residente degli Stati Uniti, posso considerare Obama anche il mio presidente. E' un pensiero carino, ma proprio non mi riesce di dimenticare le bassezze di "casa". Mentre il primo giorno lavorativo di Obama si apre con decisioni importanti come quelle di chiudere Guantanamo e di bloccare gli stipendi dei membri di gabinetto, in Italia si continua a tirarsi i capelli a vicenda sulla questione delle intercettazioni telefoniche. Ma come si fa? Meglio parlare di cose piacevoli, come la cerimonia dell'inaugurazione che ieri abbiamo guardato sul maxischermo installato davanti al Civic Center insieme ad altre duemila persone. Ci sono state ovazioni per Obama e Michelle, sghignazzate per Cheney in sedia a rotelle e i soliti applausi per la nostra ex sindaco Diane Feinstein. Ci sono state le immancabili lacrime americane, sorrisi e bandierine a stelle e strisce. Sterling si è perfino unito al coro dell'inno nazionale, cosa che a suo dire non succedeva da anni. Tornando a casa, abbiamo scoperto di abitare all'angolo tra Obama St e Brobama St: qualcuno aveva cambiato tutti i cartelli stradali, compresi appunto quelli del nostro incrocio tra Fulton e Broderick. Ieri sera c'erano feste in tutta la città, ma io e Sterling abbiamo preferito restare a casa in compagnia della bottiglia di Cristal che avevamo deciso di tenere per l'occasione e che ci siamo fatti fuori nel giro di un'oretta. Rigorosamente da soli, guardandoci bene per una volta dall'invitare amici e parenti.

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12 gennaio 2009

La vita continua


Giusto per rallegrare queste pagine, che mi si erano un pò smosciate dopo il precedente post, aggiorno la situazione sull'ormai ex gruppo Ziff Davis. Intanto le ultime news portano a quaranta il numero degli impiegati licenziati, invece che trenta come ci era stato detto inizialmente. Per quasi tutti è stata una settimana disorientata e alcoolica, che però si è conclusa su una nota positiva sabato sera, con un mega party a casa di un amico direttamente coinvolto nella faccenda. Ed eccoli qui tutti insieme nella foto, con un paio di intrusi tra cui ovviamente Sterling, che non si perde un'occasione per fare casino. La vita continua, ci si è detti, perciò meglio festeggiare fin tanto che si è ancora tutti insieme, prima che i nuovi lavori portino alcuni di noi in altre città. Shane per esempio se ne andrà a Los Angeles, Jane a Boston. Ryan, Matt e altri quattro avventurosi hanno deciso di "mettersi in proprio" e di continuare a produrre il loro programma video in modo indipendente, senza investitori. E' una decisione coraggiosa che ha richiesto anche una dose consistente di inventiva: come procurarsi le telecamere e l'attrezzatura necessaria per le riprese? E qui entra in gioco il potere dei fan: in soli due giorni, grazie a una colletta lanciata su Twitter, il gruppo ha raccolto nientemeno che 7.500 dollari! Ecco, questo spirito di inziativa e questo uso creativo dei nuovi media li ho visti raramente in Italia. Come diceva anche Moky, la capacità di reinventarsi degli americani è sorprendente e i tempi di reazione e di ripresa sono decisamente più brevi rispetto al classico "periodo di lutto" che segue un licenziamento in Italia. Magari non ci saranno subito nuovi lavori disponibili per tutti, ma i più creativi si inventeranno qualcosa, ce la faranno di nuovo a uscire dalla crisi. Che è un pò lo spirito del supereroe americano, quello che cade ma poi si rialza. Ce la farà anche il nostro Sterling a rialzarsi dopo il colpo dell'influenza con raffreddore? Questo per il momento non si sa, ma intanto io mi sto beccando tutti i suoi lamenti per ventiquattr'ore di fila. Nel mio piccolo sono anch'io una supereroina...

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06 gennaio 2009

Arrivederci e grazie

Trenta dei nostri amici e colleghi sono stati licenziati in massa oggi. Non un paio o cinque o dieci, ma trenta. Gli sporchi dettagli sono su ogni sito americano dedicato ai videogiochi, ma riassumiamoli per amor di cronaca. L'editore Ziff Davis, uno dei pionieri nel campo dell'editoria videoludica in America, cercava da tempo un acquirente per far fronte a una pesante crisi economica. L'acquirente, Hearst Corp., si è materializzato, ha fatto il suo shopping e ha poi deciso di fare a pezzi quello che era legittimamente diventato suo. Si è quindi tenuto il sito 1UP, la parte più redditizia del pacchetto, e ha cancellato in un nanosecondo il dipartimento video e quello delle riviste cartacee, che rendevano meno. Ovviamente non è stato fatto alcun tentativo per salvare le persone che lavoravano in questi settori. Tutti sono andati in ufficio stamattina come al solito e si sono ritrovati davanti al più classico "arrivederci e grazie". E così stasera ci si è dati tutti appuntamento in un bar del centro: loro, le vittime, e noi, i sostenitori. Vederli così, riuniti per una volta da motivi più grandi di loro, fa male. C'è chi ha già un'alternativa, chi invece è frastornato, chi ha moglie e figli, chi pensa di cambiare tutto e andare a vivere in Giappone. C'è perfino chi ha deciso di sfruttare l'improvvisa libertà studiando l'italiano. E all'improvviso penso di sapere come si siano sentiti gli abitanti di questa città quando otto anni fa è scoppiata la bolla del dot-com.

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